Nella serie "Chiedi agli esperti", la Redazione chiede a un gruppo di esperti di esprimere il proprio parere su una questione di particolare attualità in meno di 250 parole. Questa volta abbiamo chiesto agli esperti Yeliz Çavuşoğlu (Turchia), Chatchai Kunavisarut (Tailandia), Dean Morton (USA) e Nicola U. Zitzmann (Svizzera) di esprimere il loro parere sulla scelta del materiale ottimale per un complesso moncone-corona estetico.
Questo è un dilemma che ci troviamo ad affrontare in quasi tutti i restauri di impianti anteriori.
Per i restauri implantari singoli in ambito estetico, continuiamo a ottenere ottimi risultati con un abutment personalizzato in zirconia monopezzo e una corona in ceramica. Tuttavia, quando parliamo di "ottimale", ci riferiamo a molte delle proprietà presenti nel portfolio. La soluzione deve avere un colore simile a quello dei denti, un'elevata adattabilità alla mucosa, una resistenza sufficiente a sopportare le forze masticatorie, una facile riproducibilità nella maggior parte delle situazioni e un prezzo accessibile per la maggior parte delle persone.
Oggi abbiamo una pletora di opzioni, soprattutto dopo l'adozione dell'odontoiatria digitale. La mia preferenza va a un restauro monolitico computerizzato su un moncone in titanio prefabbricato. Il restauro monolitico fornisce un forte supporto per la mucosa e una piacevole integrazione del colore. L'abutment originale in titanio, invece, mantiene la resistenza di base dell'intero complesso e fornisce il miglior adattamento al corpo sottostante. La connessione tra l'abutment e la corona, realizzata in due materiali diversi (titanio e zirconia), rappresenta l'anello più debole di questo complesso.
In qualità di protesista, anch'io vorrei una soluzione perfetta: Un nuovo materiale in lega di colore dentale che possa essere utilizzato per realizzare un abutment e una corona in un unico pezzo che si connetta senza problemi al corpo dell'impianto. Infine, questa lega sensibile dovrebbe essere producibile digitalmente per un'ampia gamma di applicazioni, dalle protesi singole a quelle multiple. Di conseguenza, non ci sarebbe più un complesso abutment-corona, ma solo una sovrastruttura con meno guasti meccanici per gli impianti.